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La Dieta Chetogenica

 |  Super User

L’alimentazione chetogenica è uno stile alimentare che negli ultimi anni è diventato decisamente di “moda”. Si trovano facilmente on-line consigli e schemi dietetici, nei confronti dei quali, molte persone, si approcciano in piena autonomia e senza il supporto di un professionista.

Personalmente utilizzo questo metodo, se l’anamnesi me lo consente, in modo da raggiungere più velocemente parte dell’obiettivo concordato con il paziente.
Le diete chetogeniche (KD) sono diete ad alto contenuto di grassi, proteine adeguate e basso contenuto di carboidrati, utilizzate principalmente per trattare l'epilessia refrattaria nei bambini, dal 1920.

Nel 1970, la dieta chetogenica ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati "Atkins" ha raggiunto la popolarità per la perdita di peso; studi pioneristici di George Blackburn hanno, in seguito, introdotto il concetto di "protein-sparing modified fast" (PSMF),
un regime dietetico altamente restrittivo, basato principalmente sulla quantità minima di proteine necessarie per preservare la massa corporea magra e che mira a raggiungere una rapida perdita di peso, con benefici aggiuntivi su pressione sanguigna, livelli sierici di glucosio e lipidi.
Questi concetti costituiscono la base della VLCKD (Very Low Calory Ketogenic Diet)
La VLCKD rappresenta un intervento nutrizionale che imita il digiuno attraverso una marcata restrizione dell'assunzione giornaliera di carboidrati, solitamente inferiore a 30 g/die (≃13% dell'apporto energetico totale), un relativo aumento delle proporzioni di grassi (≃44%) e proteine (≃43%), arrivando ad un apporto energetico giornaliero totale < 800 kcal.
La VLCKD non deve essere considerata una dieta ricca di proteine, poiché il suo apporto proteico giornaliero è di circa 1,2-1,5 g / kg di peso corporeo ideale, al pari di una dieta mediterranea.
Prima di accedere a questo intervento nutrizionale è necessario monitorare emocromo completo, glucosio, colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL, trigliceridi (siero), ALT, AST, γ-GT, bilirubina totale e diretta (siero), sodio, potassio, calcio, magnesio, fosfato inorganico (siero), β-idrossibutirrato (sangue capillare o urina), TSH, FT4 (siero), 25-idrossivitamina D (siero), effettuare un’analisi completa delle urine e microalbuminuria (urina).
È necessario verificare di non rientrare nelle controindicazioni assolute per questo tipo di alimentazione quali: diabete mellito di tipo 1, diabete autoimmune latente negli adulti, insufficienza β cellule nel diabete mellito di tipo 2, uso di inibitori del cotrasportatore sodio/glucosio 2 (SGLT2), gravidanza e allattamento, insufficienza renale e malattia renale cronica da moderata a grave, insufficienza epatica, insufficienza cardiaca (NYHA III-IV), insufficienza respiratoria, angina instabile, ictus recente o infarto del miocardio (< 12 mesi), aritmie cardiache, DCA e gravi malattie mentali, alcole abuso di sostanze, infezioni attive/gravi, pazienti anziani fragili, porfiria, deficit di carnitina, disturbi da β-ossidazione degli acidi grassi mitocondriali, deficit di piruvato carbossilasi.
Inoltre, è importante effettuare un esame della composizione corporea e dello stato di idratazione (analisi dell'impedenza bioelettrica).
Con i risultati di queste analisi, il professionista sarà in grado di valutare se potrete avvicinarvi a questo stile alimentare.

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